La Liturgia della Parola

La Liturgia della Parola

Ai “Riti di Introduzione” alla Messa (cfr don Felice, In Cammino, 17/11) segue la “Liturgia della Parola”, che il “nuovo” Messale Ambrosiano presenta nell’Ordinamento (p. XXIV-XXVI, n. 51-67).

  “Nelle letture scelte dalla Sacra Scrittura Dio parla al suo popolo, gli manifesta il mistero della redenzione e della salvezza e offre un nutrimento spirituale; Cristo stesso è presente, per mezzo della sua parola, tra i suoi fedeli; il popolo fa propria questa parola divina con il silenzio e i canti” (Messale Ambrosiano, Ordinamento, cfr. n. 51).

  Di seguito, dopo un accenno al Messale, spiego brevemente i singoli elementi della Liturgia della Parola. L’intento è quello di far conoscere e amare la preghiera della Chiesa, che viene radunata dal Risorto non per le devozioni private, ma come assemblea che ascolta la Parola e si lascia provocare per convertirsi e ringraziare Dio per i suoi doni!

IL SILENZIO: “La Liturgia della Parola deve essere celebrata in modo da favorire la meditazione, quindi si deve evitare ogni forma di fretta, che impedisca il raccoglimento. Con l’aiuto dello Spirito, la Parola venga accolta nel cuore e si prepari la risposta con la preghiera” (cfr. n. 52).

Una indicazione è rivolta all’assemblea perché accolga con gioia la Parola e la faccia diventare preghiera; l’altra è per i lettori perché proclamino con calma e calore la Parola. La troppa fretta distrae e la voce bassa non arriva all’assemblea. Quindi il lettore faciliti con la sua voce l’ascolto, perché “la fede viene dall’ascolto della Parola di Cristo”! (cfr. Rm. 10,17).

LE LETTURE BIBLICHE: “Nelle letture bibliche viene preparata ai fedeli la mensa della Parola di Dio e vengono aperti i tesori della Bibbia, che mettono in luce l’unità dei due Testamenti e della storia della salvezza” (cfr. n. 53).

Secondo la tradizione ambrosiana i lettori chiedono la benedizione al celebrante, perché così si manifesta il principio apostolico dell’annuncio. Per questo il lettore a voce alta chiede la benedizione: “Benedicimi, padre”; il sacerdote lo benedice e il lettore in silenzio fa il segno della Croce. Il popolo, invece, all’acclamazione finale del lettore o del sacerdote risponde con la formula giusta: “Rendiamo grazie a Dio” o “Lode a te o Cristo”. La bella assemblea non è muta, ma partecipa con la voce e il canto ai riti della celebrazione!

IL SALMO RESPONSORIALE: “Alla lettura segue il Salmo che è parte integrante della liturgia della Parola e ha grande valore nella meditazione della Parola. Il Salmo può essere cantato o letto, ma deve favorire l’interiorizzazione della Parola di Dio” (cfr. n. 57). 

  Il Salmo ci suggerisce le parole più adatte per rispondere alla Parola con un’altra parola biblica, che ci aiuta nella preghiera. E’ lo Spirito che ci insegna a pregare con la Parola, perché “non sappiamo come pregare in modo conveniente”! (cfr. Rm. 8,26).

L’ACCLAMAZIONE PRIMA DEL VANGELO: “Con l’Alleluia, o un altro canto in Quaresima, l’assemblea accoglie e saluta il Signore, che sta per parlare nel Vangelo. Il canto dell’Alleluia manifesta la gioia della propria fede. E lo stare in piedi esprime la pronta risposta alla Parola proclamata con l’impegno di portarla nella vita da testimoni credibili” (cfr. n. 58).

Le indicazioni sono chiare: si canta insieme con gioia e con fede l’Alleluia e si sta in piedi per esprimere la nostra disponibilità all’ascolto del Vangelo e al desiderio di testimoniarlo.

L’OMELIA: “L’omelia fa parte della liturgia ed è necessaria per alimentare la vita cristiana. Essa deve spiegare le letture della Sacra Scrittura o di un altro testo della Messa del giorno, tenendo conto del mistero celebrato e delle particolari necessità di chi ascolta. E’ opportuno dopo l’omelia, osservare una breve pausa di silenzio” (cfr. n.61 e 62). 

  Papa Francesco insiste sulle prediche che non devono durare più di 8 minuti. Noi preti ci proviamo! Però personalmente vado oltre il tempo canonico, perché spero tanto che la predica non si riduca ad essere percepita come breve o lunga, ma sia sentita come spiritualmente utile e attenta alla vita. E’ importante anche valorizzare il silenzio dopo l’omelia per interiorizzare qualche contenuto della Parola o dell’omelia. Infatti non si spreca mai il tempo a rientrare in noi stessi per risentire la voce di Dio, che ci chiama amici, non servi!

IL CANTO DOPO IL VANGELO: “Dopo l’omelia, o dopo la lettura del Vangelo, si canta o si recita il canto dopo il Vangelo, durante il quale i ministri preparano l’altare in vista della Liturgia Eucaristica in cui si mettono sopra l’altare i vasi sacri” (cfr. n. 63). 

Durante il canto dopo il Vangelo si prepara l’altare con i “vasi sacri” come il calice per il vino e la pisside per il pane. Questo servizio coinvolge i chierichetti, ma normalmente anche i volontari preparano ciò che serve all’altare. A volte qualche fedele porta pane e vino alla mensa, ma a tutti è chiesto di preparare il cuore per l’offerta di sé a Dio!

LA PREGHIERA UNIVERSALE: “Nella preghiera dei fedeli il popolo risponde alla Parola di Dio accolta con fede e, esercitando il proprio sacerdozio battesimale, offre a Dio preghiere per la salvezza di tutti. Nelle Messe si elevino suppliche per la Chiesa, per i governanti, per coloro che portano il peso di varie necessità, per tutti gli uomini e per la salvezza di tutto il mondo” (cfr. n. 64). 

I suggerimenti sono chiari per chi scrive le preghiere per la comunità pastorale, ma le intenzioni dei fedeli devono essere semplici e brevi. Si prega il Signore perché provveda ai bisogni spirituali e materiali di tutti i suoi figli amati, che siamo noi!

A CONCLUSIONE DELLA LITURGIA DELLA PAROLA: “Terminate le intenzioni di preghiera universale, il sacerdote dice l’orazione a conclusione della Liturgia della Parola, che non va mai tralasciata perché conclude la prima parte della celebrazione” (cfr. n.67).

Alla preghiera letta dal presbitero, che chiede al Signore a nome di tutti di essere ascoltati ed esauditi secondo la sua divina volontà, segue la risposta di fede dell’assemblea con un “Amen”, che introduce alla “Liturgia Eucaristica”, che sarà spiegata domenica prossima da don Luigi!

      don Francesco