Verbale assemblea Consiglio Pastorale del 24-10-2024

Verbale assemblea Consiglio Pastorale del 24-10-2024

Pubblichiamo una sintesi del verbale del Consiglio Pastorale della nostra Comunità Pastorale tenutosi il 24 ottobre ’24.

Nell’ultimo consiglio pastorale abbiamo provocato la riflessione circa la qualità delle nostre celebrazioni eucaristiche domenicali.

La messa dovrebbe essere il centro della vita della comunità, della famiglia e del singolo cristiano… eppure ultimamente non sembra che questo momento sia così essenziale e determinante. 

Si è impostato allora il confronto su questi 3 binari di riflessione:

  1. Le nostre celebrazioni, così come vengono attuate oggi, aiutano a pregare?
  2. I gesti della celebrazione sono chiari nel loro messaggio simbolico, o necessitano di essere nuovamente spiegati?
  3. Cosa “portiamo a casa” dalla Messa, qual è il frutto che ci resta tra le mani per vivere in pienezza la settimana?

 

Le riflessioni che hanno attraversato i 3 gruppi nei quali in Consiglio si è diviso hanno come elemento comune queste considerazioni:

  1. Ritrovare il senso vero della messa domenicale

La celebrazione eucaristica ha una forte dimensione escatologica: si tratta di un incontro con il Signore, un momento in cui si mettono in gioco la nostra libertà e quella di Dio. Questo incontro, per essere autentico, deve essere preparato con cura e desiderio. Proprio per questo motivo occorre riguadagnare il significato del silenzio come condizione essenziale per favorire l'incontro personale con Dio. Il vero cambiamento richiesto è interiore: occorre migliorare la preparazione personale di ciascun fedele prima di partecipare alla Messa. Partecipare all'Eucaristia non è sufficiente se non spinge a vivere attivamente per i fratelli. Il Pane eucaristico è un segno di questo dono, un invito a portare amore e presenza cristiana dove serve, custodendo questo dono con responsabilità.

La Messa deve essere un momento di gioia: questo deve essere evidente. È un dono da far fiorire. La Messa “rivela” alla comunità di andare in missione: è una ripartenza non l’ultima tappa. Occorre curare il linguaggio che è troppo clericale. Curare i canti. Pensare a gesti che vivacizzano. Il gruppo liturgico è strategico.

La Messa non può essere tanti singoli: è una comunione o non è. Per questo bisogna muoversi all’unisono: manca il noi.

  1. occorre investire su una preparazione adeguata.

Ogni elemento della Messa – dai canti alle preghiere, dall'ornamento floreale alla sinergia tra coloro che svolgono servizi liturgici – deve essere curato con attenzione, senza spazio per l’improvvisazione. Una celebrazione ben preparata comunica a chi vi partecipa che qualcosa di importante e bello sta accadendo. 

C’è una situazione di discontinuità generazionale che si è creata negli ultimi anni, a Messa ci sono pochi bambini che faticano a comprendere i segni della Messa. Un tema importante emerso nella discussione riguarda la difficoltà di insegnare i segni liturgici, specialmente ai bambini. I più piccoli non vivono spesso una pratica religiosa coerente in famiglia, il che rende difficile trasmettere loro il senso dei gesti della Messa, come il Segno della Croce o la venerazione del Tabernacolo. Essi imparano attraverso l’osservazione e l’esempio: vedere gli adulti e soprattutto i propri genitori partecipare attivamente alla Messa è essenziale per la loro crescita spirituale. Per venire incontro alle necessità dei bambini si potrebbe iniziare a preparare dei laici per la spiegazione dei segni, così da introdurre i ragazzi sempre più nel significato di quello che stanno vivendo. A questo riguardo è stato sottolineato anche l’importanza di educare al silenzio, come spazio in cui “faccio mio” il messaggio che ho ricevuto perché dalla Messa esco portando a casa qualcosa di vero che mi aiuta poi nel resto della settimana.

Per migliorare la qualità della partecipazione eucaristica, è stata proposta la creazione di un percorso di formazione specifico per coloro che già svolgono un servizio liturgico, come catechisti, lettori o animatori liturgici. Tale percorso dovrebbe coinvolgere esperti esterni, come ad esempio liturgisti, per offrire strumenti che migliorino la comprensione e la consapevolezza dei gesti liturgici. La formazione non deve essere meramente didascalica. Una volta ricevute queste indicazioni, spetta al gruppo liturgico il compito di recepirle, adattarle e integrarle nel contesto specifico delle celebrazioni comunitarie. In questo modo, si garantirebbe un’armonizzazione tra la formazione ricevuta e la realtà quotidiana delle singole parrocchie, favorendo un approccio più consapevole e coinvolgente da parte di tutti i fedeli. È stata espressa l'idea che anche nella Comunità Pastorale si potrebbero favorire canti più accessibili e semplici, in modo che tutti possano partecipare con maggiore facilità. Tuttavia, si è anche riconosciuto che, riguardo al canto, già si sta lavorando in questa direzione: la Commissione Liturgica ha quasi ultimato l’elenco dei canti da utilizzare nelle parrocchie della Comunità Pastorale, riuscendo a mettere insieme 173 canti. Questi saranno inseriti in un libretto che possa avere delle pagine libere, in modo poi che, se una parrocchia lo desidera, possa inserire altri canti secondo le proprie abitudini.

  1. C’è esigenza di esprimere comunione e aggregazione.

La Messa è vissuta sempre più in modo personale e passivo, sarebbe quindi importante creare momenti di aggregazione e convivialità al termine della funzione religiosa. 

Deve essere dato anche al sacerdote la possibilità di partecipare alla convivialità della comunità e vivere il sagrato; sarebbe quindi utile ridurre qualche Messa per permettere a tutti di viverla meglio. Per provare ad attuare questa esigenza alcuni hanno espresso il desiderio di tornare a gesti di accoglienza simili a quelli introdotti durante la pandemia, come il saluto del sacerdote all’uscita della chiesa, anche se è stato riconosciuto che i sacerdoti spesso hanno tempi stretti e devono spostarsi rapidamente per altre celebrazioni, il che rende difficile implementare questa pratica in modo sistematico.

 

Comunque, per il prossimo Consiglio pastorale di dicembre ci siamo presi l’impegno di trovare due/tre proposte da fare prima possibile a tutta la Comunità Pastorale circa la Messa, per iniziare a concretizzare tutte le proposte emerse. 

 

La festa della Comunità Pastorale dell’Immacolata, il prossimo 8 dicembre. 

Restando fermo il fatto che per motivi prevalentemente organizzativi è buona cosa che il  cuore della festa resti attivo nella parrocchia centrale di Masnago, si è deliberato che la preparazione alla festa possa essere decentrato in un’altra delle 7 parrocchia. A questo riguardo apriremo la nostra festa domenica 1 dicembre con un concerto d’organo ad Avigno e si sta provvedendo ad organizzare un altro momento spirituale lungo la settimana in una delle chiese delle parrocchie gravitanti sul lago. Come lo scorso anno, per tutta la settimana dal 1 all’8 dicembre pregheremo nelle sante messe in tutta la comunità con la Preghiera della Comunità Pastorale.

Perché la festa riesca nel suo intento occorre che tutti crediamo nell’importanza della comunione fra noi. Un piccolo segno di questa comunione richiesta arriva dalla corale di Masnago che ha mandato l’invito ai maestri di tutti i cori della Comunità Pastorale in modo che chi vuole può far parte del concerto partecipando anche a tutte le prove.

 

Da ultimo il punto circa le benedizioni natalizie alle famiglie

Occorre prendere atto che la maggior parte dei sacerdoti che sono a servizio della nostra Comunità Pastorale sono anziani e non si sentono più in grado di andare in giro col freddo di questo periodo, e che sia don Michele che suor Gioia sono impegnati con i ragazzi del catechismo fino al tardo pomeriggio, per cui anche loro non hanno molto tempo a disposizione. Si è deciso allora che quest’anno si faranno le benedizioni casa per casa solo per metà delle parrocchie e il prossimo anno si farà l’altra metà. Nelle parrocchie dove non si va casa per casa, la diaconia sta valutando la possibilità di rendere disponibili 6/8 date in cui i fedeli al termine della Messa del sabato pomeriggio o in un’apposita celebrazione della domenica pomeriggio possono venire con la famiglia per ricevere la benedizione, ritirano l’acqua benedetta da portare a casa e la preghiera di benedizione. 

Quest’anno si parte con la benedizione del gruppo di parrocchie della zona lago (Bobbiate, Capolago, Calcinate del Pesce, Cartabbia, Lissago), e sarà fatto col solito modo, attraverso l’immagine da lasciare fuori dalla casa se si desidera ricevere la benedizione. Nella zona nord (Avigno, Masnago, Velate) verrà comunque garantita alle persone anziane/ammalate di ricevere la benedizione a casa.

 

Iniziamo ad anticipare infine che in tutte le parrocchie, la domenica del 1 dicembre, ci sarà la Raccolta alimentare della Caritas: “Non c’è festa senza un gesto d’Amore