Nostre le mani, Tua la forza” non è un atto di resa (agli occhi del mondo lo è di sicuro!), ma è l’affidamento certo e concreto nelle mani del Padre, di quel Padre che ci ha creato e ci vuole bene, vuole il nostro bene!
Pensiamo a un bambino che ha paura a camminare nel buio, ma se mette la sua mano in quella di sua madre allora va ovunque.
Ebbene, diventando grandi, l’orgoglio, la presunzione e anche la “solitudine dell’anima” che domina la nostra epoca, ci fanno staccare la mano dalla “Mamma”: «tanto adesso me la cavo da solo».
Ma la vita, la realtà, (penso sia esperienza di molti se non di tutti, la mia di sicuro) ci palesa l’incapacità con le sole nostre forze di costruire qualcosa di duraturo, qualcosa di eterno, unica dimensione che può soddisfare il nostro cuore.
Specialmente nei rapporti, nelle amicizie.
Tra di noi ci sono però persone, o momenti di persone, (ad esempio permettetemi di citare il nostro amico Gigi Zuccaro) che mostrano chiaramente e limpidamente come l’affidarsi alla Sua forza ha generato e continua a generare quel bene che il Padre desidera per noi.
Di fronte a quanto sta accadendo nel mondo, a 1000 km di distanza come a 10 metri da noi, solo la forza del Padre può donare speranza: ma ha bisogno delle nostre mani!
Dio ci ha lasciato la libertà di decidere se vogliamo mettere le nostre mani (il nostro cuore) nelle Sue. E questa decisione la possiamo prendere in ogni istante, ogni mattina quando ci alziamo, ogni volta che incrociamo un nostro fratello e sorella.
Il tentativo del Palio di quest’anno è quello di ridestare il desiderio di ognuno di noi ad offrire le proprie mani al Signore per costruire la casa del Padre, cioè la nostra felicità

Il “Cencio”, (realizzato da Piero Manara) con una immagine chiaramente mutuata da una notissima opera d’arte, richiama la creazione dove Dio ha usato la sua forza. Con il suo primo contatto con l’uomo appena creato, Dio ha consegnato all’umanità “tutte le piante con il proprio seme, tutti gli alberi da frutta, con il proprio seme... Tutti gli animali selvatici, tutti gli uccelli del cielo e tutti gli altri esseri viventi che si muovono sulla terra”.
Dio ci ha dato tutto ciò affinché lo usassimo, ma soprattutto perché lo custodissimo con le nostre mani.
Attraverso suo Figlio, la sua forza ci ha inoltre salvato e ci ha chiesto, agendo con questa, di costruire con le nostre mani l’umanità, il sociale, la Chiesa, nello specifico, per noi, quella di Masnago.
Questo momento è anche simboleggiato dall’orologio del campanile che segna le 15.05, quando ciò è già avvenuto.
Ci auguriamo che il Cencio di quest’anno sia un richiamo per ciascuno nell’affidarci alla sua forza, alla sua misericordia e grazia.