Verbale assemblea Consiglio Pastorale Settembre 2024

Verbale assemblea Consiglio Pastorale Settembre 2024

Pubblichiamo una sintesi del verbale del Consiglio Pastorale della nostra Comunità Pastorale tenutosi il 26 settembre ’24.

 

La prima convocazione del Consiglio della comunità Pastorale (da ora sempre indicato come “CP”) è iniziata all’insegna dell’entusiasmo e anche della “curiosità” da parte di coloro che entravano per la prima volata a far parte dell’esperienza del consigliare nella Chiesa.

Lo spirito con il quale iniziare il cammino di questi prossimi 4 anni è stato indicato da don Giampietro con 3 verbi 

  • pregare
  • pensare 
  • appassionarsi 

tre verbi che dovrebbero far interagire la fede (pregare), la testa(pensare) e il cuore (appassionarsi).

 

Per la corretta conduzione del CP si è eletta una giunta che avrà il compito di moderare le singole sedute e, prima ancora, di definire l’ordine del giorno della riunione. Tale giunta prende il volto del parroco, don Giampietro Corbetta, del segretario, Ciro Iannone e da altri tre moderatori volontari: Simone Aimini (Capolago), Maria Giulia Albizzati (Cartabbia) e Alessandro Montalbetti (Masnago). 

 

Per non cadere il rischio di improvvisare o di inseguire semplicemente i bisogni che di mese in mese sorgono all’interno della Comunità Pastorale, si è scelto impostazione del modo di condurre e vivere il CP (stile, formazione, missione, priorità per la vita pastorale della Comunità).

 

Lo stile sarà quello della conversazione spirituale, già noto ai consiglieri rieletti che hanno avuto modo di sperimentarlo nell’ultimo anno. È quello che il papa ha chiesto a tutti i vescovi quando si riuniscono a Roma per la sinodalità. In ogni convocazione del CP sarà allegata una scheda dove c'è un brano della Parola di Dio che farà da sfondo all’argomento in discussione. Ci si dividerà poi in tre gruppi. All'interno del gruppo, partendo dal brano della parola di Dio letta in precedenza, ognuno ha pochi minuti a disposizione per comunicare la propria esperienza di fede, che cosa il brano ha suscitalo in lui/lei e poi sempre con questo stile, di ascoltare ciascuno altro del proprio gruppo. Si affronteranno così i diversi punti all'O.d.G. Sarà un discutere, parlare, ispirati dalla Parola di Dio, cercando di evidenziare quel punto importante che piacerebbe comunicare a tutti, per poi decidere tutti insieme. In ogni gruppo dovranno emergere due/tre punti che poi i relatori dei singoli gruppi riporteranno nella riunione finale, quando ci si ritroverà in maniera assembleare per prendere delle decisioni. 

 

Per quanto riguarda la formazione dei Consigli Pastorali, la diocesi si sta impegnando a creare dei cammini formativi che vanno su due direzioni, su due livelli. Il primo è solo per la giunta del CP con due incontri per la nostra Zona pastorale, il 9 novembre e l’8 marzo. Verranno tenuti entrambi a Masnago. Il secondo riguarda tutti i consiglieri, la diocesi ha preparato due schede di autoformazione, che però potranno essere trattate tutti insieme, dedicando una seduta del Consiglio alla lettura di queste due schede. Il CP non è semplicemente un luogo dove si prendono decisioni, ma si acquisisce una coscienza di essere Chiesa.

Una prima scheda rappresenterà più una traccia che aiuti a leggere, riprendere e approfondire il Direttorio, testo fondamentale per ogni consigliere; la seconda scheda invece toccherà più il tema della responsabilità, ovvero come il consigliere è chiamato a mettersi in gioco in prima persona nel contributo che può dare alla vita della comunità.

 

La missione: quella della ministerialità dei laici. Nella direzione che la chiesa mondiale sta prendendo, i laici non sono chiamati a sostituire i sacerdoti. Ognuno è dentro nella Chiesa con un proprio ruolo. Il ministero dei laici non vuole quindi essere la risposta alla diminuzione delle vocazioni sacerdotali cui stiamo andando incontro, bensì intende rispondere al pensiero che ognuno di noi è parte della Chiesa, dove ognuno vive il proprio ruolo. In diocesi c'è un cammino di formazione anche per i laici che ricoprono altri ruoli: catechisti, ministri straordinari, ...

Nel corso di quest'anno potremmo invitare qualche laico a formarsi per ricoprire qualche ruolo. 

 

Circa le priorità. La discussione ha evidenziato 2 percorsi da intraprendere:

  1. la celebrazione eucaristica, anche perché è un momento in cui abbiamo più persone presenti davanti a noi. Occorre riflettere molto su cosa vuol dire essere Comunità che celebra. È all'interno della liturgia eucaristica che si edifica il corpo di cristo, ed è l'azione dello Spirito, è l'azione del risorto.  Ci siamo chiesti se nelle nostre comunità c'è qualcosa che possiamo fare in più per poter partecipare meglio all'eucarestia e quindi cogliere anche di più l'azione dello Spirito perché lì che c'è il passaggio dall'io al noi. La comunione parte dalla liturgia, la genera lo Spirito, parte da Gesù Cristo.  Anche solo l'insistenza sull'accoglienza, una comunità che accoglie. Nella celebrazione eucaristica emerge anche l’attenzione per i riti di congedo che sono necessari per evitare un consumo individualistico della Messa. Chi prega deve continuare poi nei fatti ad essere cristiano fuori, perché è che iniziano poi le difficoltà. Molto spesso le contingenze ci portano ad essere fanciulli in balia delle onde, ed è sempre in agguato il rischio di avere qualcosa di più importante da fare, che le nostre urgenze sono maggiori delle richieste di presenza. La liturgia eucaristica ci educa ad essere cristiani fuori, ad avere l'attenzione necessaria, ad esserci con il cuore sul lavoro, in famiglia, con gli amici, ovunque. Cerchiamo di crescere in ogni cosa tendendo a Gesù. Questo potrebbe essere un ottimo auspicio per il cammino che stiamo facendo, perché ci aiuterebbe a considerare le varie situazioni che ci troveremo ad affrontare, le varie esigenze che emergeranno, come un'opportunità di crescita sia personale che a livello di comunità. Partire dall'ascolto della Parola di dio ci aiuta a trovare la forza e il coraggio per poi affrontare quello che saranno i nostri problemi e le cose belle
  2. l’attenzione “all’oggi” che le comunità cristiane parrocchiali ci richiedono. In particolare: quando pensiamo all’anno da percorrere, forse è buona cosa domandarci se dobbiamo ancora farci inseguire dai fantasmi delle cose che si facevano nel passato. Perché bisogna farlo? Perché ci viene chiesto di farlo? Oppure forse dobbiamo decidere avendo a cuore il cammino dei ragazzi, dei giovani, delle famiglie, degli anziani …. il cammino della comunità intera, e quindi ci prendiamo anche la libertà di dire questa cosa dobbiamo togliere o rimarcare come opportuno. La gente è tentata di identificare l’appartenenza alla comunità con la pretesa di essere servita e con l’ingenuità di vedere riprodotti calendari e abitudini che erano consueti in un altro tempo e in un’altra situazione ecclesiale. Ne viene spesso un senso di frustrazione… Il CP deve avere il coraggio di lasciarsi dietro, alle spalle, quelle cose che ormai sono morte, che però continuiamo con questo accanimento a tenerle in vita, e guardare con coraggio e intraprendenza alle nuove strade che si aprono. Sotto questo aspetto si ritiene opportuno continuare con i Gruppi di ascolto della Parola, anche a partire dal lavoro fatto l'anno scorso, ma che deve essere ulteriormente promosso e qualificato. La gestione promozionale e sinodale delle realtà che compongono il nostro vissuto di Chiesa, si attua quando ci si convince che non bisogna tener conto solo di quello che c’è, ma occorre promuovere se possibile nuovi passi. E diventa sinodale quando questi passi nuovi si confrontano on tutta la realtà di Chiesa. Ci auspichiamo un ascolto molto più forte della gente, con uno sguardo che va oltre e che riesce a cogliere veramente i bisogni, soprattutto degli ultimi E questo motiva anche la scelta di pubblicare i verbali di ogni seduta del CP.

 

Come si può evincere da questa sintesi, la prima seduta non ha portato a decisioni particolari circa la vita della nostra Comunità Pastorale ma ha permesso di delineare i punti chiave di quello che sarà il compito di “consigliare” nella Chiesa. Concludiamo sottolineando 2 atteggiamenti che ci sembrano interpretare bene l’animo con il quale i Consiglieri hanno preso il via: 

  1. “Prendi Signore, e ricevi tutta la mia libertà, la mia memoria, la mia intelligenza e tutta la mia volontà ... mi sono detta avrò qualche dono oltre ai numerosi difetti che ho, che posso mettere a disposizione. Quello che so fare lo metto a disposizione della comunità. Un passo alla volta imparerò”. 
  2. Costruire un rapporto familiare con chi c'è, perché possa crescere con molti una familiarità, un’amicizia. E questo non come un punto di arrivo ma piuttosto come un punto di partenza. Se si è amici nel fare le cose, poi le cose vengono anche bene. Il primo modo di fare comunità è farla qua dentro nel CP.

 

… se il “buon giorno” si vede dal mattino … credo che potranno diventare 4 anni splendenti.