Era uno di noi

Era uno di noi

Venerdì è arrivato tra noi don Jean, dopo gli anni in cui a motivo della pandemia, non ha potuto lasciare il Togo. Lo accogliamo con grande piacere e gioia. Abbiamo chiesto a lui di inviarci un saluto di presentazione.

 

Carissimi fratelli e sorelle, della comunità MAMI, rivolgo a tutti e a ciascuno un affettuoso saluto nel Signore.
Certamente! Tanti amici, fratelli e sorelle si chiederanno: che fine ha fatto? Don Jean, quella nota di “colore” che per tanti anni, era uno di noi... Come sta? Dove sta? Cosa fa? Perché non si fa vivo? Popolo di Dio della comunità MAMI e oltre, eccomi... ci sono. Non sono disperso ne’ smarrito in una foresta o savana togolese, ci sono!

Fratelli tanto amati, quando cerco di fare una rilettura del tempo trascorso con voi, molte immagini mi ricordano momenti importanti della vita di questa Comunità Parrocchiale. Io conservo una viva memoria delle grandi feste liturgiche celebrate assieme, della celebrazione del Natale e della sua gioia, della Settimana Santa e della sua profondità spirituale. (Io, essendo di rito Romano, con don Matteo ci facevamo delle risate a non finire per quello che riguarda alcune sfumature di rito Ambrosiano, però, vi dico la verità, bisogna vivere quel rito da dentro per apprezzare la sua ricchezza e profondità spirituale).

Conservo anche una viva memoria dei momenti forti della nostra comunità, le varie sagre nelle parrocchie e rioni, della celebrazione dei Battesimi dei bambini, delle celebrazioni delle Prime Comunioni ...
Ho vissuto anche dei piccoli avvenimenti così tanto vivi, ma ancor più intimi: le Messe giornaliere, l’adorazione, le confessioni, l’ascolto, le visite ai malati, gli inviti a degli incontri conviviali. Io sono stato spesso commosso per la confidenza manifestatami, il sostegno ricevuto, la vita condivisa, con le sue gioie e le sue pene.

Ho sentito con gran dolore e dispiacere della morte di alcuni sacerdoti chi mi hanno accolto e voluto bene: Mons. Luigi Stucchi, mi ha accolto e inserito nella realtà varesina con residenza ad Avigno, Don Bruno Ripamonti, prima di arrivare a Varese, lui mi ha accolto a Milano e inserito in quella realtà, Don Angelo del Sacro Monte, Don Sergio, parroco di Masnago... Ho sentito anche della morte di tanti altri membri della comunità, fra cui la sig.ra Angela, il sig. Ballerio Clemente ...

Per ricordarli vi chiedo un minuto di silenzio: l’eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen.
Ho molte persone da ringraziare. Non posso nominarle tutte, ma siate certi che sono molto riconoscente. Per tutti quelli che hanno donato il loro tempo e le loro energie per la parrocchia, in particolare la parrocchia di Avigno, perché questa sia una parrocchia viva. E io conservo ciascuno nella mia memoria spirituale. È vero che ogni persona è differente, con un temperamento ben determinato, ma io credo che un’energia positiva ci unisce, un’energia di confidenza e di stima, e certamente ho avuto la gioia di stare e di lavorare insieme a voi per il regno di Dio.

Un grandissimo ringraziamento rivolgo ai membri della segreteria di Avigno, ai responsabili della sagrestia, cioè a quelli che curano la chiesa e preparano i fiori, che donano il loro tempo con molta discrezione, i bravi ministranti, i ministri della comunione. Carissimi, la vostra presenza è una benedizione per le nostre parrocchie.

Un ringraziamento particolare desidero rivolgerlo al Parroco Don Giampietro e a tutta la diaconia. Mi ha inviato, l’anno scorso l’invito e il biglietto di viaggio ma non ha avuto successo. Anche questo anno, con il suo invito rinnovato, sono ancora in corso per ottenere il visto d’ingresso in Italia. Piaccia a Dio! E se tutto andrà a buon fine, verrò a trovarvi quest’estate del 2023.

Infine ringrazio di cuore quelle persone che raccolgono cose varie: da mangiare, da vestire e articoli scolastici etc ... mandandomeli tramite una spedizione. C’è bisogno di tutto! Uno speciale grazie alla signora Palombi Isabella e al suo gruppetto di donne dal cuore grande e generoso. I beneficiari sono molto grati, ripartono con sorrisi al viso. Credo, quei sorrisi dicono bene di voi al Signore... E non dimentico quelli che mi mandano via WhatsApp i messaggi in dialetto per tenermi allenato; infatti, avevo iniziato a imparare il dialetto lombardo che mi sembrava vecchio francese. Grazie di tutto, grazie di cuore.

Nel mio paese, il Togo, al mio rientro mi avevano destinato al seminario propedeutico interdiocesano, lì fungevo da direttore spirituale, sono rimasto lì per due anni; dopodiché, sono stato chiamato presso la mia diocesi ATAKPAME, in un centro d’ospitalità diocesano. In seguito mi hanno aggiunto come aiutante all’economo diocesano, poi in quest’ultimo anno pastorale che sta concludendosi, 2022-2023, mi hanno aggiunto una piccola parrocchia nelle periferie della città d’Atakpame, dove mi reco ogni domenica e alcuni giorni feriali per assicurare le celebrazioni e altre faccende pastorali. Mi sposto con “don Jean Mobile”, quella macchina di colore verde che il prevosto Don Mauro, che saluto con affetto e stima, mi aveva consegnato a nome della comunità MAMI, per rendere più facili gli spostamenti. Grazie a Dio va ancora, ma con fatica, perché i ricambi non si trovano e poi le nostre strade sono quelle che sono. Comunque, cerco di impegnarmi secondo le mie possibilità e, soprattutto, con l’aiuto del Signore, di riuscire nella missione che mi è stata affidata.

Ancora a voi tutti una parola di sei lettere: GRAZIE, MERCI, THANK YOU, AKPE LOO (in togolese)!
Auguri di ogni bene! Dio vi benedica. Vi ho voluto bene, ve ne voglio tanto e ve ne vorrò sempre! Con affetto di figlio, padre, fratello e amico!

Don Jean