I ragazzi delle medie di Avigno intervistano don Matteo
1. Come è stato organizzare l'oratorio estivo? (Il primo dopo il covid)
E' stata una esperienza complessa, ma allo stesso tempo di insieme. Sì perché il don da solo non può pensare di organizzare e pensare a tutto. Per questo sono grato che questa esperienza è una esperienza costruita insieme a Stefania, Elisabetta e Sara e poi con Andrea che si è aggiunto più avanti e gli educatori che seguono l'attenzione ai ragazzi fragili e con disabilità. Un lavoro di squadra, che è stato anche un lavoro di squadra con tanti adulti che erano sfiduciati dopo due anni di oratorio estivo "originale" a riprendere vecchie e belle abitudini... ma devo dire che alla fine la spontaneità di nuove figure e la generosità di molti ha prevalso!
2. Com'è il pensiero di andare in una nuova comunità?
È un pensiero che custodisco dal 13 novembre scorso, quando il Vicario Episcopale Mons. Vegezzi mi ha comunicato l'idea che in questa realtà ci poteva stare un prete appena ordinato (oggi sappiamo che è don Michele) e che quindi io dovevo partire verso una realtà nuova e complessa. E quindi potete immaginare cosa frullava in ogni esperienza che ho vissuto con voi quest'anno "è l'ultima volta che...". Però devo dire che nonostante le lacrime che ho versato (e che verserò) per il distacco umano con tutti voi, sono sereno per la nuova avventura che mi aspetta. Negli incontri che ho vissuto ad Appiano Gentile ho trovato delle comunità diverse dalle nostre, ma molto desiderose di vivere una nuova avventura. Quindi in sintesi lacrime, nostalgia, ma anche fiducia per quello che accadrà ai nostri cammini!
3. Pensando al suo percorso nei nostri oratori, si ritiene soddisfatto del suo viaggio in questa comunità? Perché?
Sono contento di questi anni vissuti con voi (e spero che, anche se alcune volte ho sbagliato nei modi e nei toni, lo siate anche voi). Perché li ho vissuti sempre con fiducia in quello che andavamo a vivere e a proporre, con la vostra grinta e la fiducia dei vostri genitori. Penso a come abbiamo reagito alla pandemia, a come abbiamo vissuto tante esperienze insieme, ai doposcuola che con la mensa hanno aiutato gli oratori centrali della comunità a ripartire. La MaMI ha tante potenzialità e penso che un po' tutti da voi ragazzi, ai giovani e alle famiglie dobbiamo più crederci. Perché il don può avere tante idee, ma siete voi la comunità, che deve cogliere cosa lo Spirito ci suggerisce per essere veramente discepoli carichi della gioia di Gesù. La gioia non vi manca, assolutamente, ma dobbiamo sapere prendere sempre strade nuove! Questo ho imparato personalmente rileggendo con voi il mio cammino e spero che diventi uno sprone per voi e per il vostro cammino con don Michele!
4. Focalizzando l'attenzione su questo oratorio estivo, si vede soddisfatto dell'organizzazione? Perché?
Questo oratorio estivo è andato bene su alcune cose non scontate e banali. Penso al fatto che nel mio girare gli oratori abbiamo cercato con gli educatori di avviare percorsi di crescita per tutti, ma soprattutto per quelli che dimostravano fragilità personali. E dentro questo penso alla creatività che gli educatori hanno messo nel pensare con gli animatori le animazioni e le varie uscite. Siamo però ancora in una fase di costruzione, e quindi se penso al futuro sarà importante coordinare bene insieme la regia delle sedi e avviare da settembre una formazione più solida per gli animatori e anche per il vostro modo di stare insieme che passa dallo stare insieme sempre nel quotidiano!
5. Quali sono le difficoltà maggiori che ha incontrato organizzando l'oratorio estivo di questo anno?
Penso da una parte alla difficoltà personale di gestire e vivere il passaggio con don Michele che non è stato scontato, ma che è stato e si sta rivelando un momento bello e fraterno di stima reciproca. Dall'altra il riattivare un tessuto di relazioni tra adulti e adolescenti in un tempo pieno di ferite. E sulle ferite personali vostre e degli animatori c'è da lavorare, condannando certamente azioni sbagliate, ma mai giudicando la persona, perché se vivete delle ferite è perché ci sono delle cause e quindi... le cause devono imparare a riconoscere i propri errori e saper ripartire, non parlare inutilmente!
6. Credi che i ragazzi delle medie si possano divertire solo con l'organizzazione di giochi da parte degli animatori o pensa che possano divertirsi anche giocando in autonomia?
Io penso che voi delle medie dovete riattivare una sana curiosità! Avere il cellulare in mano è vero vuol dire avere in mano un piccolo potere, ma poi... che potere è se non dice chi sono io! Ecco a cosa serve il gioco organizzato: serve a creare uno spirito di squadra che mi apre gli occhi, che fa sì che i miei occhi non guardino solamente a chi voglio io, ma a tutti, anche il ragazzo che giudico sempre, perché forse sarà il legame con quel ragazzo lì che ti porterà a riconoscere una qualità in più di te e perché no, anche di lui!
7. Qual è il suo augurio per questa comunità?
Che impari a essere non una comunità che si ripiega sul lamento e sulla nostalgia, ma una comunità capace di crescere tutti insieme, giovani e adulti; una comunità dove i giovani abbiano più creatività ed escano da quel pensiero "ci penserà qualcun'altro", ma che siano più protagonisti, anche nello stare con voi e in mezzo a voi!
8. Come descriverebbe il suo percorso in questa comunità in poche parole?
Una salita in montagna dove si vede alla fine un bel panorama e nuovi sentieri
9. Come descriverebbe l'oratorio estivo 2022 in poche parole?
Ovvio... BATTICUORE! Una grande scoperta di emozioni!
10. Quale messaggio vuole lasciare a noi ragazzi?
È quello che vi ho lasciato il primo giorno che ci siamo visti: Gesù. È con Gesù che si può andare dovunque e si può superare qualsiasi difficoltà. Gesù sembra lontano dalla nostra vita, eppure voi ne siete una grande testimonianza con la vostra gioia e le vostre domande. Avete una bellissima fede: affidatevi a coloro che Gesù vi ha messo accanto come preti, suore, animatori ed educatori, affidatevi!
11. Qual è il progetto / attività proposta durante questo oratorio estivo di cui va più fiero? Per quale motivo?
Avere accolto tutti all'oratorio estivo, senza più dare limitazioni e in questa accoglienza aver avviato un progetto per 10 ragazzi con disabilità, accogliendo così in oratorio questi ragazzi e aiutandoli a vivere una inclusione piena con voi: perché tutti in oratorio con la loro storia si devono sentire a casa!
Intervista a Don Michele
Quando e come è nata la tua vocazione?
E’ nata verso la fine delle superiori, vivendo nel mio oratorio. Inoltre ho preso questa decisione sopratutto grazie agli educatori, al don e ai miei amici che mi hanno dato belle testimonianze.
Cosa ti aspetti da questo percorso?
Spero di fare con voi il bravo prete, mi auguro di accompagnarvi nel vostro percorso e di farvi crescere nella fede e come persone.
Quali messaggi vuoi portare ai giovani d’oggi?
Vorrei dire loro che anche se spesso non se ne accorgono è sempre presente qualcuno che li ama.
Qual è il tuo giudizio sulla fede dei ragazzi del giorno d’oggi?
Sicuramente è una fede che sta cambiando, che è diversa, che a volte non rispetta gli standard del passato, ma è presente, bisogna solo farla crescere e maturare.
Come ti sembriamo?
Mi sembrate vivaci, accoglienti e dei ragazzi davvero bravi di cuore.