Per chi è appassionato di puzzle ci sono due momenti entusiasmanti in questo hobby: il primo è il momento in cui devi sceglierne uno nuovo e sfogli le immagini alla ricerca di qualcosa di significativo, bello, entusiasmante!

Il secondo è quando metti l’ultimo pezzo, ti sposti un po’ indietro e finalmente guardi, ammiri l’opera compiuta, il capolavoro.

Riguardandola ti vengono in mente tutti i pezzi difficili, quelli facili, i punti in cui proprio non riuscivi a capire come uscirne. Ti vengono in mente momenti in cui non avevi più voglia di andare avanti e avresti voluto disfare tutto e rimetterlo nella scatola o, peggio, buttare via tutto. Ma qualcuno ti ha incoraggiato e ti ha detto: “Guarda che bello che sta venendo, non fermarti!”.

Della nostra vita non avremo mai una “immagine” completa, definitiva, se non in cielo.

E allora perché credere a qualcuno (San Giovanni Paolo II) che mi dice che la mia vita è un capolavoro?

Nella vita, per Grazia, incontri persone (e noi San Giovanni Paolo II l’abbiamo incontrato, ma anche tanti altri) che quando ti guardano e ti parlano, riescono a parlare al tuo cuore al quale non si può mentire. Se quindi, in virtù della stima maturata verso queste persone, la promessa che la mia vita è un capolavoro è vera, come facciamo a compierla? Come posso mettere insieme tutti i pezzi del puzzle (gioie, dolori, mancanze, periodi bui...) affinché la mia vita sia realmente un capolavoro?

Caro amico, noi, popolo della Chiesa, una strada, un luogo dove questa promessa si compie l’abbiamo incontrato. Anzi abbiamo incontrato Colui che la compie!

Che l’edizione del Palio di quest’anno possa essere un tratto di strada, una stanza della Chiesa dove insieme incontriamo l’Unico che ci aiuta a mettere al suo posto un pezzo del puzzle del capolavoro che è la nostra vita.

“Lo sguardo nasce dal cuore...” (Matteo 6, 19-23)

“Lampada del corpo è l'occhio e se l'occhio è chiaro tutto il corpo sarà nella luce” È dal “di dentro” che costruisco lo sguardo sulle cose...

Lo SGUARDO DI LUCE è un dono che offriamo e riceviamo quotidianamente. Se questo è chiaro, allora tutto sarà bello.
L’occhio è stato spesso identificato con l’anima, a volte con la coscienza o la facoltà di discernimento.
Il modo in cui guardiamo è così importante che è persino capace di influenzare, almeno in parte, la persona a cui rivolgiamo lo sguardo. Se invece il nostro sguardo è pieno di amore, di luce, di gioia, di pace, inevitabilmente il nostro prossimo lo percepirà e si sentirà raggiunto, anche senza saperlo, da uno sguardo di luce, dallo sguardo di Dio.
Quale grande responsabilità, dunque, abbiamo nel curare il nostro sguardo e nel mantenerlo limpido e trasparente, perché assomigli sempre di più a quello di Gesù. Gli occhi esprimono quello che abbiamo nel cuore.
Nella Scrittura troviamo un singolare legame tra cuore e volto.
Il cuore da lucentezza e trasparenza allo sguardo: lo rende sottile, acuto, penetrante e bello.
Rischiara l’orizzonte, illumina e fa vedere bello ciò e chi è guardato. Il vero dialogo nasce dal guardare e dall’essere guardati con l’implicazione del cuore. Se il nostro cuore è abitato dai colori dei buoni sentimenti e la nostra mente è nutrita da buoni pensieri, lo si potrà leggere nei nostri occhi.

“Quello che è vero, quello che è nobile, quello che è giusto, quello che è puro, quello che è amabile, quello che è onorato, ciò che è virtù e merita lode, questo sia oggetto dei vostri pensieri. E il Dio della pace sarà con voi”. (Fil 4,8-9b) 

Attraverso gli occhi possiamo comunicare tanto.
Più volte Papa Francesco ha sottolineato il potere dello sguardo di Gesù, capace di cambiare per sempre la vita di coloro su cui si posa. Commentando l’incontro di Gesù con Matteo afferma: “Appena sentito nel suo cuore quello sguardo, egli si alzò e lo seguì”. E fa notare che “lo sguardo di Gesù ci alza per sempre; ci porta su”, ci solleva; non ci lascia mai dove eravamo prima d’incontrarlo, né toglie qualcosa a colui sul quale si posa. “Mai ti abbassa, mai ti umilia, ti invita ad alzarti”.
E conclude raccomandando di “lasciarci guardare da Lui”.
Chiediamo al Signore che la nostra vita sia riflesso della Sua vita, che possiamo guardare con i Suoi occhi e amare con il Suo cuore. Servire e donarci come fece Lui e possiamo donare a chiunque incontriamo sul nostro cammino il Suo sorriso, perché chi guarda noi, possa vedere Lui.
...Solo così e solo con Lui , scopriremo qual è il senso dei nostri ”pezzi del puzzle”... prenderemo in mano la nostra vita e ne faremo un CAPOLAVORO!